In Italia ci piace “inciuciare” c’è poco da fare.
E con questo termine non intendo l’attività di formulare accordi politici sottobanco, accezione negativa entrata a far parte del nuovo vocabolario italiano in evoluzione. Mi riferisco piuttosto all’eterna curiosità che ci spinge a voler conoscere la vita degli altri e, molto spesso, anche a giudicarla (ma questo è un altro discorso e non è che abbia un senso tanto più positivo!).
Approfondire la dimensione personale e psicologica dei personaggi pubblici e politici è un atteggiamento largamente diffuso e serve, senza dubbio, a fare audience per i salotti televisivi di cronaca rosa o per le riviste di gossip e non solo. Ecco che si va alla ricerca di news stuzzicanti, di aneddoti di gioventù, di dimensioni quotidiane che costellano la vita di un leader politico per ricostruire in modo affascinante la sua biografia.
Vi ricordate la discesa in campo di Mario Monti? Segnò la fine di una comunicazione politica seriosa, tecnica e quasi incolore, per lasciare spazio, sulle testate giornalistiche e nei programmi tv, al volto “umano” e “reale” dell’ex Presidente del Consiglio. La cosa mi sconvolse tanto quanto la sua decisone di candidarsi come forza politica.
Una cosa simile è capitata (forse non è il termine adatto) a Matteo Renzi, ovviamente con le dovute differenze, perché stiamo parlando di un personaggio telegenico, che attira lo sguardo dei media su di sé come una calamita e che ha tutte le carte in regola per far sembrare attinente ad una campagna elettorale una strategia comunicativa che prevede interviste che vertono sul personale, con tanto di shooting fotografico, come è successo di recente.
Lo devo ammettere, mentre osservavo il servizio giornalistico in questione, percepivo che contemporaneamente stava prendendo forma sul mio volto un ghigno, una sorta di sorriso, ma non riuscivo ad interpretarlo.
Insomma, qual è il confine tra legittima introspezione e marketing politico? Renzi piace solo perché sa raccontare qualcosa di sé come uomo oltre che come politico e perché si presta ad essere il soggetto di un ritratto a volte ironico della sua personalità (vi ricordate la foto stile Fonzie?) o anche perché trasmette contenuti validi?
Sinceramente, almeno per ora, non riesco a trovare una risposta a questi quesiti, però, permettetemi di essere “cinica” almeno stavolta: semmai qualcosa in Italia dovesse cambiare in meglio grazie a lui, ben venga Fonzie, basta che dopo si ricordi di togliere il chiodo in pelle per rimboccarsi le maniche e lavorare.
Immagine: http://www.lettera43.it/