Quello che il sondaggio (non) dice

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Nell’ultimo sondaggio realizzato con Winpoll, in previsione delle elezioni regionali della Campania, più di qualcuno è rimasto “sorpreso” nel leggere alcuni dati.

In particolare, rispetto alle rilevazioni effettuate da altri istituti – Noto Sondaggi[1] a novembre pubblicato su www.ilmattino.it e Index Reserch[2] a dicembre ripreso dal www.corrieredelmezzogiorno.it – il dato che emerge, in parte confermando una tendenza già vista alla fine di settembre dell’anno scorso, è che il presidente uscente Vincenzo De Luca conserva ancora un leggero vantaggio sui principali competitor.

Nella rilevazione di fine dicembre, il candidato della coalizione del centrodestra, Stefano Caldoro è stimato al 36,7% mentre il governatore uscente lo precede con meno di 2 punti di vantaggio, al 39,5 %, diversamente se guardiamo alle coalizioni il dato si ribalta, così depurate dal voto che le liste civiche potrebbero drenare sui rispettivi schieramenti, il centrodestra sfiora il 38% e il centrosinistra si ferma al 31% dei consensi.

Per trovare una chiave di interpretazione di quest’ultimo sondaggio, che sia ben chiaro rimane come tutti i sondaggi una fotografia di un “contesto politico caratterizzato da forte instabilità e frammentazione partitica[3] e non la mappa per trovare il tesoro nascosto, ho ripreso tutte le rilevazioni demoscopiche riguardanti l’Emilia Romagna, effettuate tra novembre e dicembre e pubblicate sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri (www.sondaggipoliticoelettorali.it).

Per gli istituti, Ixè, Tecnè, Winpoll, SWG e Piepoli c’è un elemento comune, il candidato incumbent, Stefano Bonaccini conserva sempre un vantaggio – differente però a seconda delle singole rilevazioni – rispetto alla sua rivale Lucia Borgonzoni, mentre le coalizioni registrano un segno inverso, con il centrodestra unito in vantaggio o al massimo che si equivale con la coalizione di centrosinsitra.

Ciò che i sondaggi hanno fotografato in Emilia Romagna, a soli due mesi dal voto del 26 gennaio prossimo, è stato confermato anche dalla rilevazione ultima fatta con WinPoll per la Campania: i candidati presidenti sono sostanzialmente allineati, con un lieve vantaggio di De Luca, mentre le coalizioni presentano un segno contrario, con il centrodestra in vantaggio di circa 4 punti percentuali.

A riprova che le due condizioni ampiamente provate e discusse, ossia la delegittimazione del partito di massa di matrice novecentesca, da un lato, e la personalizzazione della (comunicazione) politica, dall’altro, sono le due direttrici che oggi influenzano in un senso o nell’altro la partecipazione e il consenso.

Il dato della coalizione di centrodestra in Emilia Romagna, così come in Campania e prima ancora in Umbria, è il risultato della forza dei due leader nazionali che hanno sartorializzato i rispettivi partiti e le issue sulle loro figure: la Lega è solo e soltanto Matteo Salvini, così come Fratelli d’Italia oggi è Giorgia Meloni e nessun altro.

Ecco spiegato perché, in sedicesimi, in Emilia Romagna è il presidente Stefano Bonaccini a trainare il dato della coalizione, mentre in Campania è Vincenzo De Luca a tirare la carretta per il centrosinistra. Due leader locali che hanno fatto della comunicazione una scelta politica.

Ciò che dovrebbe effettivamente emergere dalla lettura del dato è che le coalizioni in campo, soprattutto quando c’è un’incertezza del risultato, e in Campania a prescindere dai sondaggi nessun partito o schieramento può dirsi già vincente, non dovrebbero autologorarsi sulla scelta dei candidati, ma farla rapidamente e dare a quest’ultimi la possibilità di “personalizzare credibilmente” la campagna. In mancanza delle ideologie non servono gli slogan ma è necessario scegliere una narrazione e dare il tempo agli elettori di sentirla propria e introiettarla per poi premiarla con il voto.


[1] Per Noto Sondaggio vincente viene stimata Mara Carfagna con il centrodestra, che raccoglie il 44% dei consensi rispetto al 32% di Vincenzo De Luca. In caso di candidatura di Stefano Caldoro, il centrodestra viene stimato vincente, ma con il governatore al 42% e De Luca invece con 2 punti in più rispetto alla competizione con la Carfagna: 34%.

[2] Per Index Reserch, vincente viene stimata Mara Carfagna con il centrodestra, che raccoglie il 49% dei consensi rispetto al 35% di Vincenzo De Luca. In caso di candidatura di Stefano Caldoro, il centrodestra viene stimato vincente, ma con il governatore al 47% e De Luca invece al 34% (http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/GestioneSondaggio.aspx)

[3] Giovanni Di Franco, Usi e abusi dei sondaggi politico-elettorali in Italia. Una guida per giornalisti, politici e ricercatori, FrancoAngeli 2018.

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