Matteo e il Regno delle due Lombardie

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Matteo Salvini ha diviso il suo regno politico in due parti (disuguali): la prima è quella a nord del Rubicone, che parte a ovest dal Piemonte e termina a est con il Veneto. La seconda è a sud del Volturno e comprende tutte le regioni mediterranee dalla Campania alla Sicilia.

Nella prima i coordinatori o commissari regionali della Lega hanno radici, residenza, accento e storia innestati nelle comunità che politicamente guidano: Riccardo Molinari, nato ad Alessandria, in Piemonte, il genovese Edoardo Rixi in Liguria, il milanese Paolo Grimoldi in Lombardia e Lorenzo Fontana, nato nella città di Giulietta e Romeo, in Veneto.

Nella seconda, invece, a guidare il nuovo corso leghista, il Capitano ha dirottato uomini che portano sulle spalle chilometri, storie, accenti e santi lontani dalle comunità che politicamente sono chiamati a guidare: il canturino Nicola Molteni in Campania, il piemontese Marzio Liuni in Basilicata, il bergamasco di Treviglio Cristian Invernizzi in Calabria, Jari Colla e Stefano Candiani, lombardi e rispettivamente commissari in Molise e Sicilia.

Adesso, è pur vero che oggi la comunicazione politica molto spesso vive e divora contenuti alla velocità di un post e si consuma allineandosi all’instant sentiment di pubblici liquidi, ma in alcuni casi il messaggio silente o implicito assume una valenza prioritaria e superiore alla parola esplicita, il “non fatto” si trasforma in contenuto sovrano, così come il “non detto” può essere la vinavil che tiene uniti percezione e opinioni.

La scelta di Salvini di colonizzare il partito meridionale e metterlo di fatto “sotto la tutela” di coordinatori “forestieri” sconfina inevitabilmente in un terreno di ipercomunicazione: i meridionali non sono in grado di autodeterminarsi, hanno bisogno di tutori e badanti, sono litigiosi oltremisura e vivono per sgambettarsi a vicenda, sono per lo più ancora familistici e amorali, insomma, per farla breve, non hanno ancora l’autonomia per governarsi bene da sé.

Eppure, qualche giorno fa è stato lo stesso leader leghista che in diretta Facebook aveva dichiarato, per contenere i danni delle recenti affermazioni di Umberto Bossi1: “se qualcuno pensa che ci sia una parte del Paese che merita meno dell’altra ha sbagliato. Qualcuno è fermo al passato. Solo uniti si vince”.

Certo, uniti si vince, ma, per Salvini e soci, a patto che quest’unione abbia una sola cabina di regia a guida lombardo-veneta da Torino fino a Catania.

1“Mi sembra giusto aiutare il Sud, mi sembra giusto, sennò se non li aiutiamo ‘a casa loro’ straripano e vengono qui. È un po’ come l’Africa”. “L’Africa non è stata aiutata e ci arrivano tutti addosso”.

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