Se la “sfida” elettorale tra Beppe Grillo e Matteo Renzi l’ha vinta l’ex sindaco di Firenze addirittura quasi doppiando il capopolitico del M5S, c’è un altro politico a cui il Presidente del Consiglio deve stare attento: si tratta di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati, la persona più giovane della storia repubblicana ad aver ricoperto questo ruolo.
Non è un caso che Grillo, al secondo streaming del 25 giugno, abbia detto chiaramente che debba andarci proprio Luigi Di Maio. Per capire i motivi, basta guardarlo, leggerlo o semplicemente ascoltarlo. Giovane ma autoritario (in un’occasione ha cacciato colleghi del M5S dall’aula), conoscitore di leggi e procedimenti normativi, di una cultura sopra la media (certo, siamo stati abituati all'”onorevole Darfur“) e, aspetto da non sottovalutare, sa stare in tv come pochi. Del resto, basta guardare lo streaming con Matteo Renzi, non certo l’ultimo arrivato. Oltre a ciò, va ad aggiungersi che è una persona onesta (almeno fino ad oggi). Insomma, ha tutto per sfondare e per candidarsi a Presidente del Consiglio. In virtù di ciò, spesso, è l’esponente del M5S più attaccato dai piddìni. Perché, probabilmente, è quello che fa più “paura”.
Piccola nota a margine: l’on. (o cittadino, come preferisce essere chiamato) Luigi Di Maio è classe ’86, ergo ha 28 anni. La dimostrazione che i giovani validi non hanno nulla da dimostrare ai “vecchi” dinosauri della politica (e non solo) che stanno infestando questo paese. A patto, ovviamente, che si dia una possibilità.
