Lo si era detto: ci sarà da divertirsi. E così, in effetti, è stato fino ad ora. Renzi vs Grillo, i due politici “comunicatori” d’Italia che hanno relegato, secondo alcuni commentatori, Silvio Berlusconi per capacità di impatto in terza posizione. Non proprio uno qualunque, anzi.
Dopo che Grillo aveva surclassato il Sindaco di Firenze in occasione dei rimborsi elettorali, c’è stato subito il pareggio di Matteo Renzi. Ed il tema è la legge elettorale. Renzi ha proposto tre idee che hanno messo in difficoltà Grillo ed il Movimento 5 Stelle. Tanto da far arrivare al capogruppo alla Camera del M5S Federico d’Incà (ricostruzione de “il Fatto Quotidiano“), un ordine: “Non fare commenti, non “cedere alle provocazioni” del leader democratico” (cit. de “il Fatto Quotidiano”). Beppe Grillo, inoltre, in un post datato 3 gennaio 2014 ha dato un’accelerata rispondendo all’assalto di Renzi. L’ex comico genovese, infatti, ha scritto: “La legge elettorale del M5S sarà sviluppata on line a partire dalla prossima settimana INSIEME agli iscritti certificati al M5S (ad oggi circa 100.000) con il supporto di Aldo Giannulli che illustrerà ogni singola scelta alla quale seguirà una consultazione on line. La legge elettorale del M5S dovrebbe essere completata per il mese di febbraio e sarà la posizione ufficiale del M5S da discutere in Parlamento quando un Parlamento legittimo sarà insediato”.
Renzi ha quindi dettato l’agenda al M5S che non si è fatto trovare impreparato. Ad onor del vero, già nel 2007 il M5S aveva già proposto una legge elettorale con tre punti cardine (due legislature e via, no ai condannati e voto di preferenza) senza però dire il sistema con si sarebbe dovuto dare il possibile premio di maggioranza. Senza dimenticare la mozione Giachetti, su cui il PD aveva prima dato l’assenso per poi tirarsi indietro. Ma c’è da dire che in quel periodo il segretario non era Renzi. In attesa della prossima schermaglia.