Quando Beppe Grillo fa il Beppe Grillo non c’è n’è per nessuno. No, non si tratta squisitamente di politica dove ognuno può avere le idee più disparate. Ma di comunicazione, di impatto, di saper (e poter) dettare l’agenda.
Come è successo nella conferenza stampa del 28 ottobre. Senza, fra l’altro, rispondere ai punti cardine in modo chiaro (se non quella sul voto). Tutto queste mentre i mainstream, che solitamente non amano l’ex comico, si sono soffermati sulle parole dirette al Presidente della Repubblica. Facendo un favore proprio a Grillo, l'”avversario”.
Analizziamo 2 passi della conferenza stampa con domande e risposte.
1) Domanda: “A questo punto bisogna andare a votare per uscire da questa situazione?“.
Risposta: “(…) Quando si vuole, quando si può, il prima possibile, andiamo al voto. (…) Io personalmente, se perdiamo le elezioni, non ho più voglia di continuare”
Seconda domanda: “Il 25% vuol dire perdere le elezioni?”
Seconda risposta: “No, vuol dire che se noi avevamo il 28% vincevamo“.
In pratica, Grillo non ha risposto facendo finta di rispondere. Fino a prova contraria, a livello di coalizioni, il M5S è arrivato terzo. Ergo, non ha la maggioranza. Ma in caso di un risultato simile, Grillo dovrebbe “continuare” ma cadrebbe in contraddizione con quanto affermato.
2) Domanda (sull”impeachment a Napolitano): “Questa è una decisione importante: decide solo lei?“
Risposta (con risata beffarda): “Vuoi che ti faccia contento? Decido io“.
Qui si vede lontano un miglio che Grillo si aspettava una domanda del genere e quasi deride il giornalista facendo intendere di aspettarsela. Domanda banale e risposta, a livello comunicativo, geniale. Se davvero dovesse decidere solo Grillo, si potrebbe obiettare tranquillamente con “non si vede che scherzava?”
Insomma, quando Grillo scende in campo, non ce n’è per nessuno. Nonostante gran parte della stampa contraria. Del resto, per diventare il primo movimento in Italia all’esordio devi avere stoffa.