Il Pallagrello perduto. Alla ricerca del Poeta.

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Vi racconto una storia. Una storia ordinaria. Una quotidiana storia. Una storia dalla mia terra e della mia terra.

Siamo in viaggio, io e due miei amici. Uno vive e risiede in zona. L’altro “vive” in zona ma risiede al nord, in Lombardia. Conoscete la Lombardia? Terra di vini(?), terra di spumanti: la Franciacorta, terra di cantine e di agriturismi, terra di turismo, terra di accoglienza turistica.
Dicevo: eravamo in viaggio. Siamo partiti da casa mia alle 9.30, destinazione: le colline del paese nel quale ho la fortuna (o la sfortuna, perché dalle nostre parti è sempre una questione di punti di vista, mai di obiettività) di abitare. Partiamo alla ricerca di un paio di bottiglie di Pallagrello, un ottimo vino che si produce sulle nostre colline. Al mio amico del nord piace il Pallagrello, vorrebbe prendere un paio di bottiglie, magari di due cantine diverse, per farle assaggiare al suo capo, un signore che ha aperto da qualche tempo un’enoteca nel centro di Milano. Il signore non aveva mai sentito parlare del Pallagrello. Il mio amico gli ha raccontato un po’ di storia, le origini, il vitigno, la poesia insomma. E al signore è piaciuta la poesia e ora vorrebbe conoscere il poeta, il Pallagrello.

Alla ricerca del Poeta.

Rallegrandoci alla vista di un territorio bellissimo (il mio amico che “vive” in zona ma risiede in Lombardia si ferma, scende dall’auto e scatta una serie di foto, inebriato) arriviamo alla prima cantina. Cancello d’ingresso aperto, entriamo. Scendiamo dall’auto ma ci accorgiamo subito che non c’è nessuno. Giriamo intorno alla cantina, bussiamo, nulla. Deserto. Nessun cartello, nessun avviso.
Andiamo via.

Per strada incontriamo un paio di persone e un conoscente. Chiedo informazioni. Chiedo come mai non abbiamo trovato nessuno. Mi dicono che non vendono il vino lì. Gli dico che sto telefonando da ieri, e poi è anche un B&B, per cui se io volessi fittare una camera come la mettiamo? Vado via? MI dicono: se vuoi chiamo il proprietario al cellulare. Gli dico che non è il caso, non sto facendo certo la caccia al tesoro. Sono io il tesoro. Siamo clienti, turisti. Gente che spende, insomma. Mi dicono di andare a una cantina dall’altra parte della collina. Hanno ottimi bianchi ma neanche i rossi sono cattivi. Partiamo.
Percorrendo una strada impervia, in salita e piena di buche arriviamo alla cantina. Nessun cartello all’ingresso. Nessuna indicazione. Saremmo dovuti andare via solo per questo.
Entriamo. Deserto.
Dopo un po’ viene fuori un signore, il custode credo, che ci dice che lì non ha il vino, il vino è allo stabilimento, là sotto, ma non sa se è aperto. Forse sono in ferie. Non sa cosa dirci. E non ha neanche una bottiglia lì da farci assaggiare. Spiacente.
Ripartiamo.

Prossima destinazione una cantina con stabilimento in un paese vicino. Arriviamo. Cancello chiuso. Nessun cartello che ci indichi orari di apertura o chiusura. O ferie. Nulla.

Ritorniamo al paese e per strada dico che forse potremmo provare a chiedere al proprietario dello stabilimento del paese vicino. Il proprietario abita in paese, e forse lì, all’interno di quella grande struttura gialla, ha anche un punto vendita. Siamo per strada, dai, proviamo.
Ci fermiamo alla struttura. Grande. Molto bella. Nessuno in giro. Tutto chiuso. Bussiamo. Nessuno risponde.
Andiamo via.

Torniamo a casa e mentre sorseggiamo un caffè prometto al mio amico che “vive” in zona ma che risiede in Lombardia di trovargli un paio di bottiglie di Pallagrello, magari di due cantine diverse.
Ma non sono troppo convinto.
Mi chiedo per quale motivo devo cercare il Pallagrello e non deve essere il Pallagrello a cercare me? Ma in fondo, a ‘sto Pallagrello chi lo conosce? A ‘sto Poeta che si nasconde, che non apre le porte e i cancelli, che non si fa trovare a casa quando lo cerco, che sento sempre nominare in giro ma non vedo mai, che cosa gli devo? Nulla. E allora, mio caro Poeta, riposa. Dormi. Stai in cantina, nascosto.

Ora siamo quasi a Ferragosto. Periodo di ferie, di turisti, di turismo. Siamo capitati per sbaglio nei tuoi luoghi. Scusaci. Non succederà più!

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