Diciamolo chiaramente: per la prima da quando sono state istituite, le elezioni europee non sono un semplice sondaggio all’interno delle coalizioni per valutarne i rapporti di forza. Ma sono quelle che sarebbero dovute rappresentare anche negli anni scorsi: spazi elettorali dove si parla di Europa e del futuro dell’Unione Europea.
Come mai questo cambiamento di rotta? Semplice: dolente o volente, siamo negli occhi dei “boss” della Troika. C’è chi dice che siamo “commissariati“. In ogni caso, però, dall’avvento di Mario Monti si è parlato spesso di Europa. Di austerità. Di spread. Insomma, di tutto ciò che abbia potuto riguardare l’Unione Europea. Unione Europea che ha influito sulle nostre vite e sulla nostra economia producendo come risultato (finalmente!) che in campagna elettorale si parli di Europa e su quale futuro debba avere.
Sarà un caso isolato o l’inizio di un trend? Difficile da stabilire. Sta di fatto che, mai come questa volta, chi vincerà le elezioni europee lo avrà fatto sui temi. E non riciclando politici ormai dimenticati. E pensare che tutto ciò non dovrebbe essere una notizia.