Marketing Politico: la campagna elettorale di Lettieri

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Lettieri Sindaco?
Promosso a metà. Forse.
Dopo gli errori di comunicazione di cinque anni fa, quando lo scugnizzo della Duchesca puntò tutte le sue fiches sul trasversalismo civico invece di lanciare sul tavolo la carta del centro-destra come unica possibilità per rimediare ai guasti di venti anni di governo di centro-sinistra, Gianni Lettieri continua a rincorrere il fantasma di De Magistris e la sua narrazione vincente nel 2011.

La nuova campagna elettorale di Lettieri

La nuova campagna di Lettieri per le amministrative di giugno non è del tutto immune dalla sindrome della bandana arancione. Le diverse headlines della campagna, a cui manca una necessaria tag
line che aiuti il lettore a mettere in cassaforte il senso compiuto della comunicazione, provano tutte a rimarcare la matrice, la provenienza e la dedizione popolar-plebea di Lettieri.

Insomma la pietra angolare del posizionamento 2016 è il vetusto “dal popolo per il popolo” enunciato nel 1863, nel famoso “discorso di Gettysburg”, dal presidente statunitense Abramo Lincoln e ripreso in mille altre occasioni o campagne elettorali. È il caso, ad esempio, dell’esplicito richiamo all’essere “uomo delle periferie”, “scugnizzo della Duchesca”, “sindaco di strada”, lui però originale contro il pezzotto De Magistris.

La ricerca di un costante parallelismo comparativo, a volte evidente altre meno, più che aiutare la penetrazione e il radicamento nella percezione del cittadino di una immagine credibile di Lettieri, moltiplica le occasioni di palese confronto con il candidato incombente che ha alle spalle cinque anni di costante visibilità quotidiana.

A conti fatti, per discreditare De Magistris, Lettieri rischia di sedimentare ancor di più nell’immaginario collettivo partenopeo il totem del sindaco uscente. Così come risulta debole puntare ancora sull’assioma berlusconiano fondato sul convincimento che “il buon imprenditore sarà anche un buon politico o amministratore“, ripreso in due dei posizionamenti seriali (“il lavoro lo sa creare” oppure le cose “lui le farà davvero”) in quanto alla prova del nove questo, negli anni, ha palesato tutti i suoi limiti. Ogni volta che il decisionismo imprenditoriale è stato traslato nella pubblica amministrazione i risultati sono andati di molto sotto le attese e le speranze.

Prima Napoli: semantica tardo novecentesca

Fuori tempo massimo è anche lo sterile richiamo identitario e campanilistico di “Prima Napoli”, in un mondo di relazioni globalizzate e interconnesse il suo significato è totalmente svuotato di contenuti. La banalità delle precedenze topografiche, da Prima il Nord a Prima Napoli, non attira più né l’elettore informato, né quello neutrale. È solo una concessione alla semantica tardo novecentesca.

Insomma, il soldato Lettieri per sottrarsi, opportunamente, al teatrino che i partiti zombie mettono puntualmente in scena per impalmare l’antagonista a un sindaco uscente, ha dato il varo a una campagna che non rende giustizia alla sua coerenza e al suo coraggio di consigliere comunale di minoranza nel rispetto del mandato elettorale.

Salviamolo!

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